Pittura

Giovanni Branciforte

Siciliano di origine (Catania 1962). Dipingo da sempre. Nel 1982, dopo essermi diplomato in “Arte Applicata” e “Decorazione pittorica” all’Istituto Statale d’Arte di Siracusa, mi sono trasferito a Bologna per proseguire gli studi. Ho frequentato il D.A.M.S. dove ho approfondito la conoscenza critica dell’arte nel clima di avanguardia culturale che in quegli anni vide molti intellettuali riuniti attorno a Umberto Eco e al D.A.M.S. di Bologna. Affascinato dall’estetica sperimentale e dalla psicologia della percezione, mi sono laureato con Alessandro Serra presentando una tesi in Psicologia dell’arte: “I meccanismi della rappresentazione visiva nei disegni di Saul Steinberg”. Nel 1992, dopo aver seguito all’Accademia “Clementina” di Belle Arti il Corso di Pittura tenuto da Emilio Contini, mi sono diplomato presentando uno studio dal titolo: “Attualità della figurazione di Lucian Freud – Contributo alla mia ricerca pittorica”. Ora vivo a Jesi nelle Marche.
Lucien Freud e Saul Steinberg sono i miei maestri: dalla linea sottile del primo e dall’immagine forte e reale del secondo traggo continua ispirazione; insieme con lo studio della psicologia dell’arte e della percezione visiva fatto sui saggi di Ernst Gombrich e Luciano Anceschi segnano la mia genesi artistica.
Ciò che mi spinge a dipingere è la bellezza insita nell’intuizione sempre diversa dei meccanismi alchemici che si generano dall’accostamento di forme e colori .
Vivo l’arte come una continua ricerca e sperimentazione di tecniche e materiali. Utilizzo tavole, compensati, reticolati, plastiche, carte per una costruzione quasi da carpenteria delle mie opere. Spesso I fogli schizzati diventano parte integrante del componimento pittorico: ritagli inglobati in una sovrapposizione bulimica di colore, carte, ritagli, fotografie e ancora colore.
Non mi interessa narrare il vero, né descriverne gli accadimenti ma creare luoghi percettivi che risveglino in chi guarda la meraviglia per i meccanismi della rappresentazione della realtà. Quello che mi interessa e disanestetizzare gli ambienti visivi dalla percezione statica e renderli costantemente inediti e vitali
Ciò che mi chiedo quando dipingo è come poter rendere la rappresentazione delle cose in mutamento costante: creare un processo e non una sostanza, questo mi interessa. La visione deve fluire, tanto da rendere impossibile guardarla due volte nello stesso modo.
Per questo le mie opere sono un non-luogo – una sorta di tempio mentale su cui si proiettano ricordi, visioni, sogni – dove forme e figure, dalla fitta trama materica e colorica, definiscono lo spazio e attraggono chi guarda su qualcosa di visto ma non osservato: un altrove emotivo dove ad ogni sguardo tutto ricomincia in una nuova dimensione visiva.

Valentino Bellucci

Allievo del Maestro Gilberto Grilli, di scuola Annigoniana, dipinge da anni facendo ritratti e dipinti per chiese e privati. Usa tecniche come incisione, affresco, olio e tempera.

Jasmine Gerini

Ha iniziato a disegnare solo sulla soglia dei 25 anni, come tentativo esplorativo della sua persona. Sta sperimentando l’uso di vari materiali e tecniche, tra cui l’acquerello e la pittura acrilica.
Nasce e vive nel territorio senigalliese, ma nel 2017 si trasferisce in Romagna per completare gli studi.
Conosce un gruppo di ragazzi di Cesena, i Voceversa, che la accompagnano nel mondo della poesia performativa.
Questa, insieme alla musica, diventa una potente fonte di stimoli per i suoi lavori, nei quali spesso riproduce i versi che più la colpiscono.
La fotografia è per lei un altro importante mezzo comunicativo. Le piace immortalare architetture e sconosciuti incontrati per caso.

Romina Leoni

Sono una collaboratrice di restauro, da sempre affascinata dal colore, dal segno grafico e dal potere evocativo delle immagini che accompagnano l’uomo e la sua evoluzione sin dalla preistoria.
Mi sono avvicinata alle immagini e alle illustrazioni frequentando un corso d’acquerello da un noto acquerellista marchigiano e scoprendo poi la bellezza delle immagini tra le pagine negli albi illustrati per l’infanzia. Con il tempo, inventare personaggi e storie su carta è diventata un’esigenza quotidiana. Quando riesco a far muovere un sorriso a chi riceve o osserva un mio disegno, sento di aver raggiunto un piccolo ma importante traguardo.

Alessandro Moscatelli

Amante dell’arte per nascita e formazione, pittore autodidatta cresciuto a contatto con il mondo artistico, inizia a lavorare nell’ambito del collage e della manipolazione digitale di immagini significative.
Nel 2013 intraprende un percorso prettamente pittorico che lo porta all’esecuzione di una serie di smalti su tela e cartone dal titolo “senza giustificazione”, le opere prodotte all’interno di questa serie sono state soggetto di mostre collettive e personali in diverse località delle Marche.
Parallelamente alla produzione informale prosegue la ricerca nel campo del collage con la creazione di una serie di progetti in collaborazione con riviste cartacee e online (Progetto Whiteboard, un’immagine a settimana ispirata dalla cronaca in collaborazione con Prospettive Magazine) e con il cinema Gabbiano di Senigallia (Serie di cartoline per il ciclo “La grande arte al cinema” in collaborazione con Anjeza Rama)
Parallelamente all’attività pittorica porta avanti un percorso nella poesia che lo porta a eseguire diversi reading con accompagnamenti musicali e spettacoli teatrali.
Dal 2016 è conduttore radiofonico della trasmissione “La poesia è dei poveri” con cadenza settimanale.

Lemeh42

Lemeh42, disegnatore e videomaker, che filma i propri disegni per tradurli in animazioni, compie uno scarto rispetto al lavoro che lo ha reso fin qui noto.

Appassionato di letteratura americana, di animazione giapponese, ora compie un percorso attraverso la storia dell’arte e delle iconografie religiose, con una tecnica antica, quanto mai evocativa di usi, riti, costumi, plasmati nei secoli e nell’alveo di società tradizionali. E’ incisione su vetro, la tecnica che Lemeh42 pratica per delineare figurazioni che citano, oltre a icone devozionali popolari, opere su carta di Michelangelo e di altri artisti del passato; ma l’andamento gestuale è veloce, a volte ossessivo, con una sovrapposizione segnica intrinseca, nei modi e nel senso, all’arte contemporanea.